Tre donne da ricordare. Hanno segnato la storia di Sicilia e sono le sante protettrici di tre province Siciliane. Se c’è una cosa che i momenti di sofferenza come quelli che stiamo vivendo fanno è quello di unire popoli. Ed allora i battibecchi interregionali passano in secondo piano verso una solidarietà comune.
Sono le tre sante protettrici della Sicilia.
Sant’Agata è la protettrice di Catania. Si festeggia il 5 febbraio. La santa fu proclamata tale dopo un miracolo compiuto che salvò Catania. La cittadina era minacciata da una imponente colata lavica. Questa, avrebbe sicuramente distrutto gli abitanti e la città, ma i catanesi portarono dinnanzi ad essa il velo della Santa. Il flusso lavico si arrestò e la cittadina fu salva. Da allora Sant’Agata è venerata. La sua tomba è metà di numerosi pellegrini da tutto il mondo. Agata è stata poi nominata dal concilio Vaticano tra i martiri.
Santa Rosalia è la patrona di Palermo. Si festeggia il 5 Settembre. Nobildonna Palermitana, era stata promessa sposa ad un ricco possedente. Ma Rosalia si oppose a tale costrizione patriarcale per sposare la vita eremitica. Visse dapprima in una grotta nei pressi di Quisquina per poi trasferirsi laddove oggi sorge il santuario di Monte Pellegrino. La Santuzza è divenuta tale per aver liberato la città di Palermo dalla peste. Dopo essere apparsa ad una donna, le comunicò che laddove sgorgava dell’acqua c’era un tesoro. Questo erano le ossa di Rosalia. Chiunque iniziava a bere quell’acqua veniva liberato da molte malattie. Liberò la città dalla peste e tutt’oggi molti si recano al santuario per chiedere miracoli o intercessioni, portando piccoli pensieri d’argento. Da Monte Pellegrino è possibile ammirare tutta la città di Palermo (vedi articolo).
Lucia è la patrona di Siracusa. Si celebra il 13 Dicembre. Anch’essa giovane nobildonna morì martoriata per difendere la sua verginità e la sua fede cristiana. Si racconta che le furono cavati gli occhi ma che il signore glieli restituì. Ciò le valse l’appellativo di martire. Per questo è la protettrice degli occhi. Il santuario si trova a Siracusa. Nelle numerosi effigi che la raffigurano è rappresentata con del grano in mano. Ciò perché grazie ad essa terminò la carestia. Nel giorno della sua festa dunque non si mangia ne pane e ne pasta, per ringraziare dell’abbondanza ricevuta.