Virus. Usa, «niente respiratori per i disabili».
Più di 10 Stati scelgono chi salvare. Sono queste le notizie che arrivano da oltre oceano. L’America attualmente è in piena diffusione dei contagi. Si contano circa 52000 malati e 680 morti. Il Presidente Trump continua nel suo disegno politico di non chiudere l’America, per non danneggiare l’economia. La scelta di preferire lo sviluppo economico alla vita dei cittadini solleva dubbi e perplessità. Con lo stesso criterio sono state impostate le cure. Così ogni Stato esclude certe patologie dalla sala di rianimazione. La conseguenza è che chi è già disabile o gravemente malato passerà in secondo piano tra chi è più giovane, ha una aspettativa di vita più alta o lavora in un settore rilevante per la società.
Di fatto, l’uomo si eleva a Dio e decide chi deve vivere e chi deve morire.
Lo Stato dell’Alabama ad esempio, esclude la possibilità di attaccare al respiratore, i malati psichici. Washington, Maryland e Pennsylvania parlano di ridotte capacità cognitive o disturbi neurologici gravi. Si parla addirittura di una regola d’oro, che prevede di chiedere al malato e voglia lasciare il proprio respiratore ad un altro soggetto, con più alte più possibilità di sopravvivenza.
Molte associazioni si sono rivolte a Washington per chiedere l’uguaglianza tra sani e disabili. E’ chiaro, comunque, che in uno Stato dove si proclami l’uguaglianza e la giustizia, un tale approccio potrebbe essere tacciato da molti come incostituzionale.