La virologa Capua: “Le stime sul Coronavirus? Tutte sbagliate”. Intervistata dal corriere della sera la virologa ha cercato di rispondere a molti dubbi e domande che tutti ci facciamo. Dalle sue parole, emerge lo sconforto per questa Pandemia che ci ha ridotto come animali. “Vedere un virus che aggredisce le fasce più deboli ed indifese ci fa capire come siamo legati alla Terra ed alle sue leggi naturali. Anche se a volte cerchiamo di prendere il sopravvento sulla natura, ecco che ci ricorda chi è che comanda”.
I passi avanti della scienza
“Il virus si diffonde in Italia solo da circa due mesi. Ancora molte cose del virus non si conoscono e come sappiamo la scienza non ha tempi veloci. Non si sa in Italia da dove sia effettivamente partita l’infezione. Possiamo solo provare ad emettere delle stime, ma in quanto tali saranno sicuramente errate. Possiamo solo raccogliere il massimo numero di informazioni e provare a dare certezze relative quanto più prossime alla realtà”.
Possiamo contribuire rimanendo a casa
La virologa Capua afferma che le stime sul Coronavirus sono tutte sbagliate. “Una cosa sul virus la sappiamo, ossia che il distanziamento fisico aiuta l’appiattimento della curva dei contagi. Una curva più piatta vuol dire che il virus circola meno, che si diffonde con meno velocità, ma di fatto è ancora lì, invisibile e pronto a colpire di nuovo. Continuerà a circolare fino a quando non si creerà l’immunità di gregge, sia naturale che attraverso i vaccini. Quello che si sa sulla veicolazione del virus è che attacca gli anziani, gli immunodepressi e chi ha già patologie pregresse. I bambini li contagia, ma molto spesso solo se già con altre patologie ed è asintomatico”. Afferma che non è vero che le donne hanno una probabilità minore di ammalarsi.
Il vaccino
“Per un farmaco si dovrà aspettare ancora tanto, non pensa che arriverà presto nelle farmacie, ma potrebbe essere usato per chi è già ricoverato. Su un possibile vaccino nutre ancora più dubbi, non crede comunque che arriverà prima della fine dell’anno”.
Quale futuro ci aspetta?
“Dobbiamo attuare tutti i protocolli fin qui messi in atto, non si deve più arrivare a portare al collasso le rianimazioni. Basta morti nelle palestre e basta morti che non si riesce a contare. Dobbiamo essere pronti ad adattarci al virus e non viceversa e dobbiamo essere pronti ad importanti cambiamenti nel lavoro dopo la fase 2”.
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