Giulio Tarro: “Coronavirus non è Ebola, il vaccino non serve.
L’attesa per un vaccino contro il coronavirus potrebbe essere inutile. “Se il virus ha come sembra una variante cinese e una padana, sarà complicato averne uno che funziona in entrambi i casi esattamente come avviene per i vaccini antinfluenzali che non coprono tutto”.
Giulio Tarro è un virologo di fama internazionale, discepolo di Albert Sabin – padre del vaccino contro la poliomelite – di cui ha diretto il laboratorio dopo la scomparsa.
Il vaccino non arriverà prima di 18 mesi
Afferma: “Oggi ci si informa su internet, alla mia età e dall’alto della mia esperienza mi tengo alla larga. Ho isolato il vibrione del colera a Napoli, ho combattuto l’epidemia dell’Aids e ho sconfitto il male oscuro di Napoli, il virus respiratorio ‘sincinziale’ che provocava un’elevata mortalità nei bimbi da zero a due anni affetti da bronchiolite”. Primario in pensione, Tarro, è stato infatti in prima linea contro tante influenze e per questo ricorda che “né per la prima Sars, né per la sindrome respiratoria del Medio Oriente sono stati preparati vaccini, si è fatto, invece, ricorso agli anticorpi dei soggetti guariti”. Giulio Tarro Coronavirus non è Ebola il vaccino non serve. Un ipotetico vaccino sarà pronto solo tra 18 mesi. Allora è molto più importante intervenire con antivirali e con altri sistemi terapeutici per i pazienti.
Sul covid-19 una esagerazione dilagante
Tarro sostiene che “sul Covid-19 vige una esagerazione dilagante, non ha la letalità ne della Sars e neppure della Mers che uccideva un malato su tre. Oggi non lottiamo contro l’Ebola, ma il nostro nemico è una malattia che non è letale per quasi il 96% degli infetti”.
“Il sistema sanitario è collassato per i troppi tagli della politica e perchè si sono avuti i malati di influenza di una intera stagione in uno stesso mese. Lo stesso Governo Conte ha dichiarato l’emergenza il 31 Gennaio, ma per 20 giorni non ha fatto praticamente nulla. Invece di bloccare i voli dalla Cina perchè non hanno rinforzato le nostre terapie intensive? ”
I bollettini della protezione civile: allarmistici
Il virologo non è d’accordo nemmeno con i bollettini giornalieri della protezione civile. Sostiene che generano ansia e preoccupazione. “L’allarme è fonte di stress e lo stress, paradossalmente, determina un calo delle difese immunologiche. Lo sanno tutti gli esperti, eppure ogni giorno assistiamo a questi inutili numeri che comunica la Protezione civile. Sono dati che non vogliono dire nulla: non conosciamo il numero preciso dei contagiati e di conseguenza ci ritroviamo di fronte a un tasso di mortalità altissimo.
Fonte: businnes insider Italia
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