Vittoria storica: vietate le mutilazioni genitali femminili in Sudan. Un’altra bella vittoria.
Una legge appena uscita criminalizza le mutilazioni agli organi genitali femminili. Adesso “dire di no” sarà un diritto di tutte le donne.
L’UNICEF: «Con la nuova norma le madri acquisteranno coraggio perché finalmente si puniscono i responsabili, con 3 anni di carcere, multe e anche il sequestro del luogo dove sono mutilate le ragazze»
La portavoce DELL’UNICEF in Sudan è raggiante: ” Opporci è un nostro diritto”.
Da oggi le mutilazioni dei genitali saranno un reato. La pena prevista sarà fino a tre anni di carcere, multe e sequestro del luogo dove sono effettuate le mutilazioni.
Negli anni scorsi, fino al 65% delle Sudanesi era sottoposto a questa pratica barbara. Cosa ancora più grave era il fatto che le protagoniste di queste pratiche erano perlopiù bambine.
Una svolta importante», per proteggere i diritti e la salute delle donne: così il viceministro degli Esteri, Emanuela Claudia Del Re, dopo l’annuncio del Sudan di una legge che renderà reato praticare mutilazioni genitali femminili. «Mi congratulo con il governo del Sudan per la criminalizzazione delle mutilazioni genitali femminili attraverso l’introduzione di un articolo specifico del Codice penale”, ha scritto Del Re sui suoi profili social. «È una svolta importante: il Sudan protegge la dignità e l’integrità delle donne”. La vice ministra ha aggiunto: «L’Italia è felice di lavorare con il Sudan per porre fine alle mutilazioni”.
La legge è un punto di partenza e non di arrivo.
Sradicare una pratica così radicata nella tradizione di questi popoli non sarà facile. Le motivazioni sessuali e religiose sono molto forti.
Nel Paese africano quasi nove donne su dieci sono state sottoposte all’infibulazione, con conseguenti problemi di salute e sessuali che in alcuni casi possono essere fatali. In alcuni paesi dove è già stata abolita la pratica della mutilazione purtroppo continua.
L’obiettivo è di estendere la norma a tutto il Sud Africa entro il 2030.