Ballarò a Palermo. Il cuore della Sicilia tra le vie del mercato più antico
Non poteva che iniziare da Palermo il viaggio verso i mercati più antichi di Sicilia. Si innesta nel quartiere storico dell’Albergheria, chiamato così perché Federico II vi relegò i cittadini ribelli di Centorbi ed i Capizzi.
Camminando nei suoi vicoletti si avrà la sensazione di passeggiare in una cittadina Araba. Palermo nell’ 831 D.C si chiamava Balarmuh ed era sotto la dominazione Araba. Oggi è rimasta vivida l’influenza di questa popolazione, si nota nelle profumate bancarelle di spezie e nei vicoletti stretti,da cui si dirama il mercato.
La merce è ancora oggi “esposta in cassette di legno” e ogni venditore fa a gara con gli altri per “abbanniare”più forte.
La Banniata è una strillata cantilenata con cui il venditore elogia la freschezza e la qualità della propria merce esposta, per convincere il passante ad acquistarla.
Il mercato si snoda tra edifici ormai fatiscenti, chiese, edicole votive e antiche fortificazioni.
Ballarò è il mercato più antico di Sicilia, meta di numerosi turisti da tutto il mondo, è il cuore pulsante della cittadina di Palermo. Il suo nome deriva da Bahlara, un villaggio di mercanti arabi che si innestò vicino Monreale.
Ballarò ha dato i natali ad un famoso nobile siciliano del XVIII secolo il cui vero nome era Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro. Nato a Palermo il 2 giugno 1743 nel vicolo Pisciaro a Ballarò, fu ispiratore di molti poeti per la sua vita errabonda. Fu infatti donnaiolo, incantatore, mago guaritore, cartomante, geniale ladro. Divenne famoso per uno scandalo alla corte di Francia, riuscì a rubare la collana di diamanti della Regina Maria Antonietta con un abile stratagemma. Sarà condannato per eresia con i carcere a vita.
Se volete visitare Palermo e carpirne la vera anima dovete visitare almeno un mercato. Solo qui potrete gustare il vero cibo di strada ed assaporare la vera cucina Siciliana.
Potrete assaporare il panino con “le panelle e le crocchè”, il panino con “la frittola o la milza”, lo “sfincionello”caldo, le melanzane fritte, il cicireddu (pesce piccolissimo fritto), le stigghiole (budella di agnello cotte nella griglia), polpi bolliti sul posto o una bella macedonia di frutta fresca per dissetarsi.
Una figura abituale del mercato è quella del riffaturi che annuncia il suo arrivo spingendo un carretto carico di pesce e declamando i numeri dell’estrazione, con una valigetta piena di biglietti del sorteggio che agita continuamente per richiamare il suo pubblico. La riffa è infatti una sorta di
lotteria ambulante che si svolge nei quartieri popolari di Palermo: la più nota è la riffa ra spisa che consiste nell’assegnare al vincitore una cassetta di pesce di particolare pregio come ad esempio i gamberoni
Quello che vi colpirà è la enorme quantità di pesce fresco per tutte le tasche: dal pesce spada, alla sarda, il pesce dei poveri come lo chiamavano.
Se cercate il mercato di Ballarò vi basterà dunque seguire i suoi profumi.
Ballarò vista da Sereno Variabile
Ballarò vista da Sereno VariabilleI racconti di Salvo Piparo, i ragazzi di Ballarak, Palazzo Conte Federico.___Per visualizzare la puntata integrale: www.raiplay.it/video/2018/09/Ballaro-22092018-aa3851a6-f6d8-4f8d-9a47-26ec3a7e4424.html
Pubblicato da Terradamare | Cooperativa Turistica a Palermo su Venerdì 8 dicembre 2017