Decreto rilancio: nasce l’infermiere di famiglia.
Il decreto rilancio, approvato dal Consiglio dei Ministri, prevede una maximanovra da 55 miliardi di euro, introducendo misure urgenti nell’ambito dell’economia e del lavoro. Ma non solo, perchè al primo punto recita: “Si rafforzano i servizi infermieristici distrettuali, con l’introduzione dell’infermiere di famiglia o di comunità, per potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettati da Coronavirus. Per questo, si autorizza l’assunzione di un numero massimo di circa 9.000 infermieri. In aggiunta ai 9000 infermieri si prevede l’assunzione di assistenti sociali e socio-sanitari, l’attivazione di centrali operative regionali di assistenza ai malati e il riconoscimento economico del lavoro di assistenza ai pazienti più fragili svolto dai medici di famiglia”.
Le misure di salute e sicurezza, correlate all’epidemia di Coronavirus hanno all’interno del decreto rilancio un ruolo predominante. E’ importante potenziare e riorganizzare la rete ospedaliera, incrementando di oltre 3500 posti la terapia intensiva. Per raggiungere questo importante obiettivo sono stati stanziati complessivamente, per il solo 2020, oltre 3 miliardi e 200 milioni di euro.
Per potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettati dal Covid-19 è introdotta la figura dell’infermiere di famiglia o di comunità. Ciò comporterà l’ assunzione di 9000 infermieri. Inoltre, prosegue il comunicato, “si prevede l’assunzione di assistenti sociali e socio-sanitari, l’attivazione di centrali operative regionali di assistenza ai malati e il riconoscimento economico del lavoro di assistenza ai pazienti più fragili svolto dai medici di famiglia”.
Nell’ambito della diagnosi della malattia sarà importante separare i pazienti sospetti Covid-19, da quelli non sospetti, per evitare ipotesi di contagio.
Il decreto rilancio prevede infine, che saranno implementati i mezzi di trasporto per i pazienti covid, le dimissioni protette ed i trasporti intraospedalieri per i pazienti non Covid. Ogni regione individuerà 4 strutture movimentabili, ognuna con 75 posti letto, per un totale di 300 posti letto, che di fatto si aggiungono a quelle a disposizione del comparto ospedaliero generale.