La strage di Capaci, era il 23 Maggio 1992 quando sull’autostrada Palermo-Trapani, all’altezza dello svincolo di Capaci, ci fu una forte esplosione. Sul posto si sono recati subito agenti di polizia, ambulanze ed elicotteri, non poterono credere che si trattava di un attentato. Nel momento esatto in cui il giudice Falcone, in macchina con la moglie ed alcuno agenti della scorta, transitava, fu fatta esplodere una bomba.
Falcone era solito guidare la macchina ministeriale, la moglie le sedeva accanto e l’autista era al posto del passeggero posteriore.
Una carica ad altissimo potenziale, un centinaio di chili di esplosivo raccontano, piazzata in un sottopassaggio dell’ autostrada, e’ stata fatta brillare con un telecomando a distanza. La deflagrazione ha sventrato il manto stradale, aprendo una voragine di circa venti metri di diametro.
La scena che si e’ presentata ai soccorritori e’ stata agghiacciante: un paesaggio lunare di morte e distruzione. Per estrarre i corpi dei tre uomini di scorta che viaggiavano sulla Croma marrone, ridotta a un ammasso informe di rottami, i vigili del fuoco hanno lavorato per oltre un’ora con le cesoie e la fiamma ossidrica.
Oggi è l’anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Da allora il 23 maggio è diventata la data simbolo della lotta contro tutte le mafie e a difesa della legalità. L’invito ai Siciliani è quello di esporre un lenzuolo bianco sui balconi, in memoria di quella strage e di tutte le vittime della mafia.
Se oggi, 28 anni dopo, siamo ancora qui a ricordarli, vuol dire che non sono morti invano.
“La mafia si è sempre nutrita di complicità e di paura, prosperando nell’ombra. Hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell’impegno per contrastare la mafia e per far luce sulle sue tenebre, infondendo coraggio, suscitando rigetto e indignazione, provocando volontà di giustizia e di legalità”. Queste le parole del Presidente Mattarella nel 28/o anniversario della strage di Capaci. I valori di Falcone e Borsellino sono sopravvissuti alla loro morte, radicandosi nella coscienza delle persone oneste.
Un giorno che noi Siciliani non dimenticheremo mai quello della strage di Capaci. Ma quel giorno non ha vinto la morte, ma ha vinto il coraggio. Perchè come diceva Falcone: ” Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.